Ecco spiegato il fenomeno “Adriatic Effect Snow” che nel gennaio 2017 ha portato metri di neve in Abruzzo
Quello che è successo lungo la catena degli Appennini si può equiparare alla tempesta perfetta. La classica occasione dove più elementi si fondono e danno vita ad un evento che rimane negli annali della storia meteorologica di un paese. L’evento è ancora più singolare e unico quando si presenta 2 volte nell’arco di 2 settimane.
Qui allora si potrebbero scomodare i grandi centri meteo mondiali e chiedere a loro quante volte è successo ,da quando monitorano le condizioni meteorologiche mondiali, che la tempesta perfetta decida di sconvolgere una parte d’Italia per ben 2 volte in pochissimi giorni. Non credo che si sia risposta… Ma andiamo con ordine.
Cosa può portare 2 mt di neve o addirittura 3 mt di neve in un singolo evento sugli Appennini?
Come si diceva prima è un mix di combinazioni. Un grande miscuglio di ingredienti che se ben mescolati conducono ad un “fatto” meteorologico davvero imponente ed eccezionale.
Per cercare di comprendere al massimo il mix prendiamo virtualmente un aereo e voliamo al di là dell’Atlantico. In una fetta di Nord America che è “abituato” a questo genere di accadimenti, la zona è quella dei grandi laghi canadesi, al confine con gli Stati Uniti d’America.
Per la loro particolare posizione geografica si trovano sulla direttrice d’arrivo delle grandi masse d’aria artiche canadesi. Quando queste imboccano decise la strada verso Sud, per la grande differenza di temperatura tra l’aria artica e le acque dei laghi accade un evento molto particolare e molto affascinante : il Lake Effect Snow, ovvero la neve da Effetto-Lago.
L’aria artica (originariamente molto fredda ma “asciutta”) molto pesante scorre nei bassi strati quasi a livello del suolo e nel passare al di sopra dei laghi canadesi si carica di umidità. Il mix di freddo e umido fa si che si creino vere e proprie tormente di neve che una volta terminata la superficie del lago e incontrando la terra ferma rallentino (dato l’attrito del terreno…) e scarichino al suolo imponenti quantità di neve.
Teniamo bene a mente questo e riprendiamo l’aereo in direzione Capracotta : forse il paese appenninico più colpito dalle nevicate dei giorni scorsi. Capracotta è un centro abitato che sorge a 1400 m slm nel cuore dell’appennino molisano.
Le imponenti nevicate che ha sopportato (il record mondiale è suo e risale al 2015 con 256 cm in un’unica giornata di neve) nel corso del mese di gennaio sono dovuti ad una sorta di “Adriatic Effect Snow”.
Aria artica proveniente dalla Siberia e con le stesse caratteristiche delle masse d’aria canadesi, scorre sul mare adriatico (che per grandezza e profondità può essere paragonato ad un lago canadese..). Non appena arriva sulla terra ferma il mix inizia a scaricare neve.
Ecco una fotografia di ciò che è successo a Chieti…
Qui però a differenza del fenomeno nordamericano entra in gioco qualcosa di molto diverso : la muraglia appenninica. La catena montuosa accentua il rallentamento del mix e ne impedisce lo scorrere verso sud “obbligando” le zone sottostanti a subire autentiche “nevicate massive” ( fenomeno detto di “nevicata da Stau”).
Questo in buona sostanza è ciò che è successo durante il 5/7 gennaio 2017 e nei primi giorni del secondo evento del 16/21 gennaio 2017.
Qual è la differenza tra i 2 eventi?
Nel secondo evento la colata siberiana ha avuto la forza di travalicare la catena appenninica e tuffandosi verso la Sicilia ha “scavato” un minimo di pressione tra Sardegna e Sicilia. Il minimo di pressione (un piccolo vortice che ruota in senso antiorario) nel suo moto rotatorio non fa altro che “rimandare” l’aria siberiana ancora verso gli Appennini.
Risultato un infinito pescaggio di altra umidità dal mar tirreno e ancora una volta altra neve in arrivo a impattare contro gli Appennini.
In poche parole abbiamo cercato di spiegare quindi le ragioni per cui l’Italia centro meridionale ha subito un così lungo protrarsi di eventi atmosferici estremi, non rifugiandoci sempre nei soliti cliché del riscaldamento globale che , almeno per questa volta, ha lasciato spazio a Madre Natura. Un qualcosa che è al di sopra dell’essere umano e che purtroppo sa essere spietata.
Un pensiero di profondità solidarietà e vicinanza va alle vittime di questi accadimenti che hanno l’unica “colpa” di abitare in un luogo che ha a portata di mano tutto gli ingredienti di vere e proprie bombe bianche. Se a questo si va a sommare anche il fatto che la catena appenninica sia ormai una zona altamente sismica capace di scaricare in sole 4 ore 3 scosse di terremoto con magnitudo superiore a 5 , si capisce bene l’eccezionalità
articolo scritto dalla redazione SkiForum