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Cortina 2021: a che punto siamo?

Cortina 2021: a che punto sono i progetti e i lavori?

Era il 10 giugno 2016, circa un anno fa e a Cortina si respirava aria di vittoria: dopo 4 tentativi andati a vuoto la località veneta era riuscita ad aggiudicarsi i mondiali di sci alpino. In tanti hanno promesso rinnovamenti, nuova viabilità stradale e ferroviaria, rinnovo del paese, hotel e stazione sciistica. Ma a che punto siamo?

Viabilità e ferrovia

Probabilmente il nodo dei trasporti è il più importante di tutti, Cortina soffre la carenza di vie di comunicazione veloci ed era prevedibile che i primi interventi si concentrassero su questo fronte.

Le strade

Ad oggi sono 70 i milioni messi a bilancio da Anas + 100 stanziati dal governo, un bel gruzzolo che però non basta per tutti i progetti accumulati nel cassetto dopo anni di totale abbandono, appare chiaro sin da subito che si devono stralciare le opere più complesse e costose, quindi via la variante Rivalgo-Venas, via il prolungamento dell’autostrada e via la circonvallazione di Longarone, non ci sarà nemmeno la grande circonvallazione di Cortina sostituita da quella di Zuel così come è stata abbandonata la variante di Acquabona sostituita con vasche di contenimento a protezione della frana attiva.

Nel piano Anas rimangono quelle di Tai, Castellavazzo, Valle, San Vito Zuel, tutte da 30 milioni l’una più una serie di interventi soft per rendere scorrevole l’arteria. Ma c’è un però… sono passati 2 anni dalla candidatura unica, tanti proclami e presentazioni ma il piano non ha avuto nemmeno il via libera definitivo così come manca il commissario straordinario in capo all’Anas. Non c’è da star tranquilli se pensiamo che ci si scontrerà tra espropri e la snella burocrazia presente nel belpaese.

…e la ferrovia?

Tante parole si sono spese anche sul fronte ferroviario con un Luca Zaia della prima ora che andava promettendo il ritorno del treno a Cortina per il 2021, ma l’entusiasmo è durato il tempo di consultare i tecnici: il costo del treno da Calalzo fino in Val Pusteria si aggira sul miliardo, lunghi i tempi di costruzione senza contare la linea esistente da riammodernare… meglio puntare sull’elettrificazione delle linee del bellunese e nel frattempo mandare avanti la progettazione della parte alta. Un passo avanti? Non si direbbe visto che ad oggi non si è nemmeno deciso se passare per la val Boite o la val d’Ansiei… e non va meglio per il resto della linea dove si dava per certo l’arrivo dei treni elettrici fino a Calalzo in tempo per la manifestazione, poi ridimensionato ad un generico anello basso (Conegliano-Ponte delle Alpi-Montebelluna) per via delle difficoltà tecniche e alti costi della parte alta. Lavori in corso? Nessuno al momento, nemmeno sulla primissima tratta. L’unico passo avanti è stato fatto dal ministro Delrio che ha assicurato i soldi per l’elettrificazione, ma nessuna certezza sulle tempistiche.

Ma almeno l’aeroporto…

Non poteva non mancare la riapertura dell’aeroporto, altro progetto che sta a cuore alla politica che vorrebbe una Cortina come Saint Moritz. Almeno qui qualcosa si sta muovendo con una cordata di imprenditori guidata da Fabrizio Carbonera che investiranno tra i 20 e i 24 milioni per la riapertura dello scalo. Tuttavia vale la pena ricordare che non parliamo di una struttura in grado di accogliere folle di turisti piuttosto qualche ricco facoltoso desideroso di arrivare in poco tempo nella conca evitando la statale.

Il rinnovo del paese

Vediamo allora in paese come procedono i progetti e i lavori di riqualificazione, partendo dall’annoso problema dell’assenza dei parcheggi in centro.

Due i progetti, quello di Largo Poste va avanti dal lontano 2010 e non mancano i problemi: il progetto iniziale prevedeva 3 piani interrati per le auto, poi ridotti a 2 più un mezzanino (poi eliminato anche quello) arrivando a 154 posti. Sopra al parcheggio la piazza riqualificata sarebbe dovuta servire anche per le premiazioni delle gare dei mondiali. Ma è di poche settimane fa l’ennesima doccia fredda che riduce ulteriormente l’opera ad un unico piano, a causa del rischio idrogeologico, e mantiene la piazza invariata con i 72 posti auto all’aperto.

Il secondo progetto riguarda un park interrato di 2 piani alla piazza dell’ex mercato, per ora è stato fatto ripartire l’iter fermo dal 2006 con una delibera per approvare la variante urbanistica.

Altri progetti riguardano la piscina comunale che è chiusa da ben 5 anni e in completo abbandono. Mentre in altre località montane si fa a gara per realizzare strutture per attrarre sempre più turisti (l’Aquafun di San Candido ne è un esempio) a Cortina si è perso tempo discutendo tra un nuovo impianto e la riapertura dell’esistente. Il commissario De Rogatis ha approvato la riqualificazione da 12 milioni della struttura esistente con ampliamento per la zona wellness, intervento che dovrebbe essere concluso entro il 2019, ma anche qui il condizionale è d’obbligo.

Notizie più positive sul rinnovo delle strutture alberghiere grazie ad un primo bando della regione che stanzia 3,5 milioni a fondo perduto per il bellunese e altri 9 da spartire anche con i territori montani delle provincie di Verona, Treviso e Vicenza. In totale sono 17 le richieste provenienti da alberghi e rifugi della sola conca ampezzana, ora non rimane che attendere una risposta positiva.

Impianti e piste

Ma veniamo al punto più interessante in termini sciistici, ovvero la skiarea di Cortina d’Ampezzo che, come ben noto, è divisa in tre aree non collegate sci ai piedi. Partiamo dicendo che di ciò che è scritto nel dossier dei mondiali, ad oggi, non è stato fatto nulla.

Molte parole si sono spese per il collegamento tra le 5Torri e le Tofane con una cabinovia che però ancora non stenta a decollare nonostante i fondi disponibili da tempo. Era il lontano 2011 quando grazie ai fondi Brancher (provenienti da Trento e Bolzano) si finanziavano 11 milioni di euro per il nuovo impianto su un costo totale di 16 milioni, andava solamente trovato il privato che avrebbe dovuto mettere i 5 milioni rimanenti e si sarebbe occupato della gestione. Dopo una serie di problemi nel 2014 si sbloccano i finanziamenti (tanto che a Falcade con gli stessi fondi realizzano un’altra cabinovia) ma a Cortina si perde altro tempo alla ricerca di qualcuno che si sobbarchi l’onere di un impianto non remunerativo per via della mancanza di una pista (nonostante secondo alcuni studi di fattibilità sarebbe possibile realizzare). Dunque l’amministrazione si attiva ed ottiene un secondo finanziamento di ben 6 milioni per coprire l’intera opera, ma per il momento, nonostante i ripetuti annunci degli amministratori, rimane tutto fermo alla ricerca del partner privato che si sobbarcherà la realizzazione e gestione dell’opera.

Le altre opere riguardanti la skiarea delle Tofane sono l’adeguamento delle piste e la realizzazione di due nuovi raccordi che andranno a formare la pista delle discipline veloci maschili. Non una parola sulla sostituzione della seggiovia Roncato che nel 2021 compirà 33 anni e che già oggi risulta inadeguata ai flussi di arroccamento alla skiarea e campo scuola, senza considerare che per la manifestazione sarà utilizzata per raggiungere il parterre delle gare.

Nell’altra zona delle Tofane, al Col Drusciènessuna novità sulla nuova cabinovia per sostituire la seggiovia biposto e l’anziana funivia. Mentre a Ra Valles ci domandiamo se ci siano progetti per la sostituzione della seggiovia Bus Tofana che ha già superato i 40 anni di attività e che non è certo un bel biglietto da visita internazionale.

Non va meglio sull’altro versante di Cortina dove la società Cortina Cube ha dismesso ben 5 impianti in soli 3 anni, un record negativo quasi unico tra le grandi località sciistiche. Al Cristallo la Forcella Staunies ha chiuso i battenti la scorsa estate e, nonostante i fantasiosi progetti di sostituzione, non si vede nulla di concreto all’orizzonte. Chiuse anche le due seggiovie della skiarea Mietres per scarsa affluenza (nonostante le seggiovie fossero ancora funzionanti), nessuno si è interessato della piccola perla a due passi da paese che sarebbe potuta essere collegata con il resto della skiarea dedicandola alle scuole sci.

E mentre il Faloria sarà sede di allenamento per i mondiali (tra cui le discipline veloci) non solo le seggiovie Girilada vengono dismesse ma nemmeno si parla di alcuna sostituzione della seggiovia Vitelli (l’impianto centrale); nel 2021 poi gli atleti con le attrezzature saliranno in quota con la funivia del 1977 che andrà a breve in revisione generale e non ci sono nemmeno i soldi per sostituire le cabine con un modello più moderno.

Inutile quindi anche solo immaginare un ipotetico collegamento tra Faloria Tofane o un accesso da sud alla skiarea per alleggerire il flusso di auto che attualmente salgono a Socrepes passando per il paese per raggiungere gli impianti.

In attesa anche per i lavori di allargamento della strada di accesso a Rumerlo, dove ci sarà il parterre, definiti indispensabile dalla Federazione e dal costo di 2,27 milioni di euro divisi tra comune (990 mila euro) e fondi di confine (1 milione e 280 mila euro).

Futuro incerto

Dunque non si vede alcun piano pluriennale, al di fuori di quello dell’Anas, che metta nero su bianco fondi disponibili e opere da realizzare nelle prossime estati che, tolta questa in arrivo, sono solo 2 prima delle finali di coppa del mondo del 2020 e 3 prima della competizione.

Se sul fronte opere pubbliche non si sono ancora visti grandi passi avanti non si può dire altrettanto sul fronte nomine: dopo l’addio di Riccardo Donadon, Alessandro Benetton prende il posto di presidente della fondazione Cortina 2021. Mentre governo ha deciso di nominare un secondo commissario (dopo quello per le opere Anas) che si occupi della realizzazione del progetto sportivo, quindi impianti, piste e riqualificazione dell’area turistica, tuttavia il nome non è ancora stato reso noto.

Ci domandiamo quale sarà stata la reazione dei delegati FIS dopo la recente visita a Cortina, a due anni dalla candidatura unica, per controllare l’avanzamento dei lavori o meglio per controllare progetti ancora su carta…

Ci auguriamo vivamente che Cortina riesca a vincere la partita dei mondiali non solo con pochi interventi tampone per la manifestazione ma con progetti più ampi volti al rinnovo del paese e, soprattutto, della skiarea che non è più al passo delle vicine concorrenti e che nei prossimi anni rischia di essere ancor più affossata con il collegamento di Padola e la Val Comelico con Sesto in alta val Pusteria e la futura espansione verso Sillian.

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articolo scritto dalla redazione SkiForum

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